Pensieri strani. Sensazioni diverse. Reazioni avverse. La mancanza non trova compensazione. E ti chiedi perché. Decidi che la ragione deve condurti oggi. Quella ragione che si scontra con il sentire. La stessa che ti ha spinta a decidere. La razionalità che sovrasta l'essere.. Eppure soffri. Vorresti certezze. Vorresti che fosse già finita. Vorresti capire che la ragione ha torto. Vorresti anima. Ma non succede. Immagine tratta dal web.
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Tensione che sale. Passione che infervora. Occhi che scrutano. Corpi che fremono. Bocche che ardono. Mani che si toccano. Braccia che stringono. Pensieri che si liberano. Immagini che si accavallano. Gambe che si allentano per dare spazio al desiderio. Polmoni che si affannano a respirare odori. Schiene che si inarcano in una danza liberatoria. Muscoli che si contraggono per liberare il desiderio. Voci che soffocano in grida di piacere. Dire "Mi dispiace" rende molto più forti che ostinarsi a difendere la propria posizione, quando non ci si crede più. Quando nella vita tu hai capito che è stupido ed inutile ritenersi sempre dalla parte della ragione e per te diventa normale ammettere gli sbagli e chiedere scusa, ti fa ancora più male avere a che fare con persone che vivono arroccate nel loro castello di convinzioni. Quando tu hai imparato che dire ciò che senti è più liberatorio e costruttivo che mentire per comodità, ti fa ancora più male che rispondano alle tue verità con parole ipocrite, atte solo a preservare la facciata. Quando tu investi sentimenti reali, credendo che gli altri facciano altrettanto, ti fa ancora più male scoprire che l'egoismo tratta tutti allo stesso modo. Poi ti fermi a pensare. E sorridi. Perché non mentiresti mai a te stesso per compiacere queste persone. C'è chi ti ama per quello che sei e c'è chi ti "ama" per quello che vorrebbe che tu fossi. Con la differenza che il primo ha fiducia in te, il secondo non è interessato a ciò che pensi o ciò che fai, ha interesse solo a sentirsi dire che ha ragione, senza ammettere repliche. Sempre. Non sono fatta per annuire quando il mio cervello dissente, non tollero che si metta in discussione la mia sincerità e sono fatta per discutere fino a capire. Le convinzioni, senza possibilità di replica, sono l'anticamera della stasi neuronale. Chi era che cantava: "I sogni son desideriiiiiiiiiiiii…. di felicitàààà…"? "Quella gran culo di Cenerentola!!" risponderebbe l’amica della Roberts se fossimo in Pretty Woman. E invece, considerando che non siamo né in un cartone animato della Disney né al fianco dell’eterno Richard Gere, parliamo dei sogni reali, quelli ad occhi chiusi, quelli che durante il sonno ci fanno vivere momenti di ogni genere: gioia, tristezza, paura, ansia, conflitti, allegria, amore, sesso, litigi e chi più ne ha più ne metta. E non dite che voi non sognate perché tutti sognano mentre dormono, è provato; semplicemente c’è chi fatica a ricordarli o non li rammenta per niente. Starei ore a parlare di questa cosa perché mi appassiona ed ho studiato tutto quel che si poteva sull’argomento ma, dopo aver assimilato tutte le teorie, voglio parlare dei sogni sensuali, quelli cioè che quando ti svegli la mattina, sembra che ti abbiano cambiato perché la sensazione che hai vissuto è stata talmente intensa da sembrare reale. Quei sogni che non dici a nessuno perché te ne vergogni, perché non sono confacenti la realtà, perché sei innamorato, impegnato, perché da sveglio non hai mai immaginato che potesse accadere, perché razionalmente non potrebbe succedere davvero. E invece stanotte è successo: mentre il tuo corpo stava steso nel letto, forse al fianco di tua moglie o del tuo compagno, il tuo inconscio è andato a cercare sensazioni diverse, emozioni generate da persone o situazioni sconosciute. Forse hai sognato di toccare quell’amica di tua moglie a cui non avevi mai pensato; forse eri a cena con la tua amica e quando siete uscite l’hai spinta al muro e baciata; forse hai fatto l’amore con quel tipo che incontri tutte le mattine al bar e (cazzo!) ti salutasse una volta che una! Comunque, desideri consci o inconsci nei sogni si trasformano in sensazioni fortissime, che quasi ti sembra di ricordare l’odore della pelle di quella persona che a malapena conosci o che frequenti da una vita ma mai e poi mai avresti odorato. Questo è il nostro Io che esce, lasciandosi alle spalle quel condizionamento psicologico che la razionalità sociale impone. Non crediate che io adesso dia una giustificazione a questo fenomeno, semplicemente vi dico che accade, accade a tutti e, quando provoca sensazioni piacevoli non può portare che benessere. E credo che sia simile il meccanismo che dovrebbe coinvolgere un lettore di scritture erotiche: un viaggio di sensazioni, in cui lasciarsi coinvolgere in prima persona, mentre a guidarvi è l'Io di chi scrive. Un sogno guidato, insomma. Immagine dal web: Milo Manara Quando ti svegli pensa alla mia pelle ancora calda di letto. Mentre entri in doccia pensa che vorrei che l’acqua che ti scivola addosso bagnasse i nostri corpi insieme. Quando bevi il primo caffè pensa che vorrei sentire che sapore ha nella tua bocca. Mentre esci pensa che mi metterei davanti alla porta per non lasciarti uscire. Spogliarti. Prenderti di nuovo. Quando entri in macchina pensa alle mie mani che ti accarezzano mentre guidi. Mentre cammini pensa alle mie gambe che bramano di stringerti, di intrecciarsi con le tue. Quando rientri pensa che ti aspetterei per non darti il tempo di respirare. Mentre ti addormenti pensa al mio odore e portatelo nei sogni. Ma questo non è un sogno. Immagine tratta dal web. Vivi la mia pelle, vivi la mia testa, vivi il mio essere fuori dalle righe, vivi la mia intensità, vivi la mia passione. Vivi il mio abbandonare i pensieri quando mi danno negatività, vivi la mia irriverenza per l’ipocrisia, vivi la mia incomprensione per chi continua a farsi del male, vivi la mia intolleranza per chi critica senza riflettere. Hai vissuto le mie lacrime, hai vissuto il mio amarti contro tutti e tutto, hai vissuto la mia convinzione che ciò che sentivo non poteva essere un errore. Non sono una donna qualunque, e tu lo sai. Tu mi conosci fino a dove i miei pensieri vanno a nascondersi per creare un ordine, che agli occhi degli altri sembra arrogante pazzia. E tu sai bene che pazzia non è. Sono stanca ma non dormo perché i miei neuroni vogliono continuare a sognare. Sognare a occhi aperti, per decidere dove il sogno deve portarmi…. Pensi o vivi? Vivo di pensieri, che sembrano sogni, che diventano realtà. Quello studio, il temporale, lampi improvvisi che entrano dal lucernario ed illuminano i miei piedi scalzi. Penso o vivo? Stanotte vorrei vivere. Un attimo. Solo un attimo. Qualcuno ti dice una frase e ti fermi a pensare. Ti chiedi perché quelle parole ti fanno riflettere così intensamente. Cosa non dovrei dire? E perché non dovrei sentire? Forse perché mi hanno cresciuto dicendomi cosa non si fa e cosa non si dice? Sono io, sono questa. Amo me stessa almeno quanto rispetto gli altri. Posso dar fastidio solo a chi si interessa al mio modo di essere per criticarlo. E non mi curo del fastidio che suscito in queste persone. Non perché io sia meglio degli altri, ma semplicemente perché sono serena e vivo la mia vita. La mia vita. foto dal web Prendi i miei pensieri e falli tuoi. Dagli l’intensità del nostro sfiorarci. Del nostro desiderarci. Del nostro averci. Usali per portarci altrove. Alla passione. Al piacere. Nutrili senza limiti. Senza freni. Senza inibizioni. Prendi il mio corpo e fallo tuo. Ascolta quello che chiede. Che attende. Che brama. Assaggiane ogni minimo spazio. Ogni anfratto. Ogni sinuosità. Usalo come fosse tuo. Mio. Nostro. Non svegliarmi stanotte. Annusa la mia pelle per respirarmi. Sfiora le mie labbra delicatamente. Scopri i miei seni e bagnali leggermente perché reagiscano al fresco dell’aria. Accarezza dolcemente il mio ventre. Legami senza che io possa accorgermene. Toccami come se le tue mani fossero le mie. Fai che il mio desiderio cresca come se fosse un sogno. Fino a che sentirai il mio respiro cambiare. Fino a che il mio corpo inizierà a seguire le tue carezze. Fino a che i miei occhi si dischiuderanno a cercare i tuoi. Fino a che la mia eccitazione crescerà scoprendomi legata. Fino a che ti implorerò di farmi godere. Bambina quando sogno di volare. Donna quando ti prendo e ti porto nelle mie fantasie. Bambina quando guardo le stelle. Donna quando mi tocchi alla luce della luna. Bambina perché amo giocare. Donna quando i miei giocattoli sono la tua mente e il tuo corpo. Bambina mentre rincorro le onde. Donna quando mi immergo nella tua passione. Bambina tra le tue braccia. Donna nelle tue mani. Bambina quando cerco carezze. Donna quando parlo al tuo desiderio. Bambina quando canto sottovoce. Donna quando ti urlo il mio piacere. Bambina docile, quando mi baci in mezzo alla gente. Donna prepotente, quando ti comando di farmi godere. "E’ necessario un richiamo alla ragione affinché assuma nuovamente il più arduo dei suoi compiti, cioè la conoscenza di sé, e istituisca un tribunale che la tuteli nelle sue giuste pretese, ma tolga di mezzo quelle prive di fondamento, non già arbitrariamente, ma in base alle sue leggi eterne e immutabili; e questo tribunale altro non è se non la critica della ragion pura stessa. Con questa espressione non intendo alludere a una critica dei libri e dei sistemi, ma alla critica della facoltà della ragione in generale". (Critica della ragion pura- Immanuel Kant). I fatti soli, sono fatti. Tutto ciò che noi pensiamo riguardo ai fatti sono interpretazioni condizionate dal nostro vissuto e dalle nostre aspettative. E per questo assumono un valore diverso, connotati non originari che possono deviare il significato dei fatti. Fermare il pensiero sui fatti, investendoli il meno possibile delle nostre aspettative, ci aiuta a vivere ciò che accade con maggiore serenità, con minore dispendio di energie e con maggior credibilità in noi stessi e nelle nostre possibilità. Sembrano solo parole. Prese ed assimilate con la giusta dose di autocritica, consentono una serenità troppo spesso turbata: apparentemente da ciò che gli altri fanno ma in realtà dalla nostra interpretazione. Chiudi gli occhi e vieni con me. Pensa alla mia pelle calda di desiderio. Ascolta il mio respiro fremente ed appassionato. Immagina la mia voce che invoca piacere. Tormenta i miei seni bramosi della tua bocca. Senti il mio odore che chiama il tuo desiderio. Impossessati della mia mente e usa il mio corpo. Segui la mia mano che percorre la via del piacere. Portami a godere. …ovvero quel certo non so che!! Questa canzone ha quel-certo-non-so-che che solo la lingua francese può comunicare. L’ho conosciuta tantissimi anni fa, quando ancora pensavo che per tenersi un uomo bisogna confarsi al suo modo di essere. La canzone rimane di un’intensità rara: vuoi la voce della Dion, vuoi che ascoltata a tutto volume senza distrazioni cattura il pensiero, vuoi che il francese ha un fascino cui l’anima difficilmente resiste. MA! …ma quelle parole, che quasi 20 anni fa mi erano così amiche e parevano darmi forza, stanotte (riascoltate a distanza di tanto tempo) mi hanno segnato i giorni trascorsi. Mi hanno ricordato un percorso difficile, intenso e mi hanno mostrato il cambiamento, il mio cambiamento. Mi hanno dato la sensazione che questa canzone fosse la PARTENZA e che il mio benessere di oggi sia il TRAGUARDO. Chi mi legge ormai sa cosa penso in materia di relazioni sentimentali, sensuali e sessuali, ma anche io ho avuto momenti in cui credevo che l'unico modo per essere felici accanto ad un uomo fosse accontentarlo. Adesso penso che per essere felici accanto ad un uomo, bisogna star bene con sé stesse. Se 15 anni fa percepivo queste parole come una efficace e focosa lezione alla dedizione, adesso mi appaiono un atto di negazione della donna. Una donna disposta a diventare un’altra perché un uomo le resti accanto: JAMAIS! PS. Traduzione del testo della canzone per chi non conosce il francese:http://www.celinemaniacs.com/alb1_file/albf7.html#1T Desidero i tuoi occhi, forse più delle tue mani. Desidero il tuo sguardo, forse più del tuo tocco. Resta lì. Non muoverti. Non dire nulla. Bramerò il tuo sguardo mentre si nutrirà del mio essere. Ascolterò il tuo respiro seguire l'intercedere del mio. Accarezzerò il mio corpo desiderando le tue mani. Amerò godere per il tuo piacere. E sarà il mio. Per sentirsi davvero appagati è necessario che le parole di chi ci ama (per la vita o per una notte sola) arrivino a scriversi sulla nostra pelle, si fondano con i nostri nervi, sconvolgano i nostri neuroni con l’impeto dei fuochi d’artificio e infine accarezzino i nostri muscoli dopo averli spasmodicamente stimolati. Ti voglio e ti avrò. Non puoi nulla contro il mio essere. Puoi provare a resistere al mio corpo, ma non resisterai alla mia mente. Puoi credere di guidare, ma ti accorgerai di camminare nella mia direzione. Puoi combattere per restare distaccato, ma ti sentirai sempre a un respiro dalla mia pelle. Puoi mentire a te stesso, ma ti sentirai uomo solo nei miei pensieri. |
AuthorGRAZIA SCANAVINI Archives
Febbraio 2017
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